Non esistono ragazzi cattivi

Il momento di incontro di fine anno del gruppo “Famiglie in Rete” si è tenuto venerdì 9 giugno nella Parrocchia di San Paolo e ha visto come ospite Don Claudio Burgio, cappellano del carcere minorile “Beccaria” di Milano, responsabile della comunità Kayros, da tempo impegnato nel difficile compito di stare accanto a ragazzi che vivono l’esperienza del carcere o della strada.
La filosofia alla base del suo intervento educativo è anche il titolo della serata, “non esistono ragazzi cattivi”; questo motto è appeso all’interno della Comunità da lui gestita perché siano i ragazzi stessi, prima di tutto, ad esserne consapevoli.
Ma nel rapporto educativo, insieme ai ragazzi, ci sono gli adulti che li accompagnano ed è proprio a partire da questa considerazione che le Famiglie si sono confrontate con Don Luigi, per ragionare sul ruolo dell’adulto che apre il proprio cuore all’altro e inizia un’avventura che spesso -fra alti e bassi- è una vera e propria corsa sulle montagne russe.

Don Claudio ha il coraggio di attraversare le sofferenze di questi ragazzi, senza il bisogno di parlare di Dio, senza recitare una parte ma mettendosi in ascolto, partendo dalla realtà ma dandone un significato con una vita condivisa. Di certo questi ragazzi, come racconta, non possono cambiare la famiglia dove sono nati, il quartiere dove sono cresciuti, i reati che hanno commesso ma possono migliorare, non in un istante ma in un lungo cammino: il bene lascia sempre qualche traccia.
Nasce quindi la riflessione: che modello di adulti siamo? Riusciamo a vedere i bisogni dei ragazzi e a creare le condizioni perché i giovani siano protagonisti liberi di un percorso? Oppure pretendiamo un’omologazione a schemi e proposte che sono solo nostre?
Questa domanda è forse la più importante da porsi e resta la guida degli interventi educativi nei diversi contesti, specie quando questi mettono alla prova.

Come adulti, spesso guardando e pensando ai ragazzi, si cerca sempre di prevedere un piano B rispetto al loro futuro ma in realtà dovremmo proprio partire dalle loro passioni; come per esempio un ragazzo conosciuto al Beccaria, vissuto all’interno della  comunità, ha realizzato il sogno di diventare un rapper famoso, Baby Gang. Questo ragazzo ha messo in piedi due locali a Milano, in una zona degradata vicino allo stadio, dove sono accolti un centinaio di ragazzi, i quali vengono aiutati a prendere la patente, a tornare a scuola, a migliorarsi nel calcio, oppure frequentando lezioni di musica.

Nel caso della situazione carceraria, purtroppo, non sempre gli adulti sono in grado di organizzare una risposta, c’è una situazione di forte tensione che si respira in tutte le carceri per la mancanza di proposte educative e formative, e per il ripetersi sempre uguale di tutte le giornate che svuota di senso l’esperienza; è invece nei contesti comunitari, in presenza di una vita ricca di relazioni e di concrete proposte aggregative che si trovano gli ingredienti per coltivare il rapporto umano e l’autocura.
Dobbiamo tenere ben presente che anche le fatiche -sostiene Don Burgio- hanno un senso in questo percorso. L’emergenza, per quanto ci metta alla prova, ha in sé il potere di rendere visibile – di “far emergere”, appunto – il sommerso, la realtà che parla e che ci chiede di metterci in ascolto; da qui si intraprende un cammino molto lungo, fatto di alti e bassi, dove l’esito non è garantito e anche le esperienze negative sono tappe necessarie per produrre un cambiamento.
Si è adulti credibili se si accetta di fare insieme ai ragazzi questo cammino, in qualunque condizione, e di cambiare insieme a loro.

La testimonianza di don Burgio è stata uno spunto per riflettere  sulla sfida che si pone a ciascuno di noi di liberare quel bene che è presente nel cuore di ogni ragazzo.

Un ringraziamento a tutti i presenti e a La BCC ravennate forlivese imolese che ha contribuito alla realizzazione della serata, sempre attenta al territorio e alle opportunità di crescita della comunità.

Ci rivediamo ad ottobre, all’apertura dell’anno delle famiglie in rete!

condividi
Area riservata
Inserire di seguito le proprie credenziali per poter visionare i documenti dedicati
Loading…