Tre fratelli, tre famiglie

La storia di tre fratelli: A., K. e K. e di tre famiglie che si sono trovate e ritrovate a condividere un pezzo di vita.

L’ARRIVO: Luglio 2020 - Matteo, Vale, Mia, il gatto Mario e A.

Dopo un po' di anni di attesa e dopo due arrivi che all’ultimo non si sono concretizzati, quando oramai il pensiero di accogliere qualcuno era parecchio lontano, riceviamo la fatidica telefonata di Domenico.
Eravamo in vacanza dopo il primo lockdown, godendoci la prima estate dopo un periodo intenso per tutti. Da subito il pensiero e la risposta è stata: “Certo che ci siamo!”, poi dopo quel primo momento di entusiasmo cominciano a subentrare dubbi e ansie che rischiano di prendere il sopravvento rispetto alla decisione appena presa. Quindi: “respiriamo, contiamo fino a dieci e partiamo….”.
Sai da subito che questa scelta comporterà un grande stravolgimento nella tua vita e questo ti spaventa: “Saremo in grado di portare avanti questo progetto? saremo in grado di lasciarlo andare quando sarà il momento?”. Il primo pensiero va alla quotidianità che cambia e alla parte pratica e organizzativa, poi pensi: “In questo c’è Santa Cecilia che ci aiuterà” e l’angoscia un po' si placa, poi ritorna e poi magicamente va di nuovo via. Alla fine resta la consapevolezza che un’esperienza di accoglienza come quella ti cambierà sicuramente, non però, nell’organizzazione e nelle routine quotidiane ma nel cuore e nell’anima.
Il giorno dell’arrivo di A. è stato il più bello e il più difficile, quando arriva pensi: “E ora?”, fortunatamente, con la naturalezza che caratterizza i bambini e con il legame unico e immediato che si crea tra loro, ci ha pensato nostra figlia ad accoglierlo e a dargli il benvenuto in famiglia con una piadina e due capriole nel salterello in giardino…e da lì piano piano un passettino alla volta tra alti e bassi A. si è accomodato a casa nostra ma soprattutto si è accomodato nei nostri cuori per non uscirne mai più.
La prima notte siamo andati varie volte a controllare che fosse nel letto e stesse dormendo, è una sensazione strana sapere che c’è qualcuno che non conosci che dorme in casa tua e che dalla mattina successiva entrerà a far parte delle tue giornate, di quelle belle e di quelle meno belle. Poi la preoccupazione di quella prima notte sbiadisce perché il ricordo viene sostituito dalla bellezza e dalla ricchezza del legame che piano piano si crea: dai Mc Donald sul divano tutti insieme davanti alla tv, dalle risate condivise e dalle lacrime asciugate, dai grattini e dalle fusa del gatto Mario, dalle litigate e dalle riappacificazioni e anche dal doverlo accompagnare a Santa Ceci in pigiama perché non voleva saperne di uscire di casa. E allora ti rendi conto che la frase del Piccolo Principe: “Che cosa vuole dire addomesticare? Vuole dire creare dei legami…Tu sarai per me unico al mondo e io sarò per te unica al mondo” la puoi provare e sperimentare nella realtà e che il legame che si crea ti resterà e ti riempirà il cuore per sempre.

I SALUTI: Luglio 2021 – Marco, Claudia, Ramon e K.

A fine maggio abbiamo appreso che il Servizio si stava muovendo per un rientro nella famiglia di origine entro la fine dell’estate, noi ci auguriamo settembre per vivere assieme il caldo le vacanze e più tempo per prepararsi ai saluti, ma le emozioni non ti permettono una pianificazione …
La prima settimana di luglio Domenico ci convoca: “il Tribunale ha disposto il rientro in famiglia per K., A. e K., sarà la prossima settimana”.
La prossima settimana?
No, non può essere la prossima settimana, deve esserci più tempo per salutare, per prepararci per accompagnarti ancora un po’.
Respira, ragiona, analizza: la situazione della famiglia d’origine non ci viene descritta come serena, nulla ci rassicura del fatto che “tutto andrà bene”, nessuna gradualità nel rientro, nessun passaggio coi genitori dei quali non sappiamo nulla, l’unica cosa che vediamo è che tu, piccola, al ritorno da ogni incontro sei turbata, nervosa, “spezzata in due”.
È passato quasi un anno dal tuo arrivo e ora c’è appena una settimana per condensare, mettere in valigia e inscatolare tutto quello che abbiamo vissuto insieme.
Non riusciamo a smettere di pensare a un’ingiustizia, eppure sapevamo bene che la scelta fatta: l’affido, e ancora di più l’accoglienza, ha un tempo determinato un: “per un po’” che all’inizio protegge e rassicura, ma che presto si dimentica e scompare e ora non ci difende da questo strappo che sentiamo forte.
Non siamo pronti.
Ci chiedi conferma su cosa sarà del tuo lettino quando te ne andrai, di come staremo noi quando ti saluteremo e ci domandi spesso se ci ricorderemo di te tra un po’.
Non sappiamo rassicurarti, non riusciamo a dirti “andrà tutto bene”, non abbiamo questa certezza, ma una cosa la sappiamo e possiamo prometterla: faremo di tutto per farti sapere che nel nostro cuore rimarrai per sempre.
15 luglio. I saluti. Mettiamo in valigia e in macchina le tue cose: libri, vestiti, bicicletta e anche i pomodori che abbiamo piantato insieme e che tu hai innaffiato, visto crescere e mangiato; hai deciso di portarli a mamma e papà, li mettiamo in un sacchetto insieme al profumo di casa che speriamo tu possa tenere stretto. Il cielo è grigio come il nostro umore.
Tu no, tu non sei grigia, sei “elettrica”, parli tanto, ci abbracci, ci osservi, sei felice di tornare e anche curiosa, mi chiedi cosa ti cucinerà la mamma questa sera, ancora una volta non so rispondere, chiedo a te cosa vorresti, rispondi che tu porti i tuoi pomodori. Saliamo in macchina per andare, accendiamo la radio con la colonna sonora di questi 12 mesi: insieme a te stoniamo a squarciagola: “Come posso io non celebrarti viiiiita? Oh vita, oh vita!”
Tutto quello che abbiamo pensato di dirti scompare, la gola secca lascia il posto alle lacrime che osservi con curiosità. Grazie alle dade di Santa Cecilia riusciamo solo a confermarti ancora una volta che ti terremo sempre con noi.
Poi vai.
16 luglio. L’aria è immobile come il tempo che ha assunto una strana dimensione: sembra passata un’eternità da quando riempivi questa casa, eppure sono solo poche ore. Si sta male anche fisicamente, ora siamo noi ad essere spezzati, svuotati.
Aspettiamo. Passano i giorni, i mesi senza risposte, senza notizie di come stai, di come vanno le cose a casa, senza sapere cosa ti ha cucinato la mamma quella sera.
Ho conservato i semi di quei pomodori … il prossimo anno voglio ri-piantarli.

 

E POI – Claudio, Cristina e K.

Era passato più di un anno dal loro rientro in famiglia, nessuna notizia.
La loro mancanza si faceva sentire potente, a tenerci compagnia erano i ricordi, qualche foto e piccoli video. Poi si avvicina la data del compleanno dei gemelli, di qui l’idea di chiedere ai Servizi la possibilità di far avere loro un regalo. Le richieste vengono accolte in maniera inaspettata riceviamo i contatti dei genitori e possiamo sentirli, che emozione!
Occorre agire con prudenza per tutelare i piccoli. Per prima cosa contattiamo i genitori che da subito sono stati disponibili per un incontro. Ci esponiamo, andiamo ad incontrarli. Troviamo nei genitori la curiosità di sapere, conoscere questi 12 mesi vissuti da noi e anche la loro voglia di spiegare e raccontare cosa è successo prima e dopo.
Marco e Matteo li vedono e portano loro i regali di compleanno per i gemelli (A. e K.). Il giorno del compleanno i bambini ricevono la vidochiamata per gli auguri.
Noi facciamo la stessa cosa, chiamiamo prima i genitori e poi una breve videochiamata con K..
Che effetto rivederla, da lei non una parola, al telefono si blocca, solo un saluto con la mano.
Però è bello sapere che sta bene.
Poi finalmente concordiamo un incontro, quel giorno tanto atteso è arrivato. Siamo emozionati. Incontriamo K. insieme a K. (Matteo, Valentina e Mia, avevano incontrato A. la settimana prima).
In macchina con Claudia e Marco ci siamo fatti tante domande…poi finalmente arriviamo all’appuntamento. Dopo qualche minuto le vediamo scendere dalla loro auto, si avvicinano teneramente e con curiosità, K. non dice niente, ma ci abbraccia, il nostro cuore batte fortissimo, scende una lacrima. Finalmente la sua vocina rompe il silenzio e dice “Vati a let va là” tutti scoppiano a ridere e poi continua “ho fatto la doccia e i capelli, come ci eravamo promesse l’ultimo giorno”.
Ci racconta di quello che facevamo insieme, che vuole il libro delle principesse perché è rimasto da noi, le promettiamo di portarglielo, le diamo i regali di Natale che apre subito e ci ringrazia. Intanto la mamma ci racconta di lei, di quello che ha raccontato dei momenti trascorsi a casa nostra, vorremmo fermare il tempo, ma non si può, dobbiamo lasciarli andare a casa. Scattiamo qualche foto per ricordare quel momento magico.
Questo incontro ci ha riempito il cuore, siamo carichi e pieni di gioia, questo momento è stato fondamentale per chiudere un cerchio che era rimasto aperto con mille domande e tante perplessità.
Crediamo che l’affido e l’accoglienza possa essere un “qualcosa in più” per i bambini e le famiglie (di origine e accoglienti).
Abbiamo abbracciato questi piccoli per un po’, questo abbraccio si è dovuto con forza allargare, per lasciare andare, ma è bello vedere che, a volte, se queste braccia restano aperte può succedere di riabbracciare qualcosa di ancora più grande e inaspettato che scalda.

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