I tanti colori di Salomon

Riflessi ed emozioni nel gruppo dei genitori separati

Si può sorridere di un evento drammatico come la separazione?
Si può con ironia alleggerire il peso che ci si porta dentro? Si, si può. Noi lo facciamo. Certo, c’è voluto tempo. Dopo qualche anno di frequentazione del Gruppo Salomon dell’Associazione Paolo Babini, noi veterani, con ragionevole approssimazione e senza alcuna preparazione in psicologia, potremmo ormai descrivere tutti le fasi che attendono gli sventurati che, come noi, vivono più o meno volontariamente la fine della propria unione matrimoniale. Non c’è mai stata l’intenzione di trovare qualcuno che spiegasse come ricucire ciò che si era rotto irrimediabilmente, nè quello è l’obiettivo di questo gruppo. C’era e c’è tuttora, la volontà di scrivere un “libretto delle istruzioni” su come gestire il rapporto con i figli per non provocare più danni di quanti ne fossero già stati fatti. Figli sui quali tenere attento e “pulito” lo sguardo. Ma i piani molto spesso si confondono, inevitabilmente si scompigliano i buoni propositi. All’inizio il dolore, l’incredulità e la rabbia per ciò che sta accadendo soffocano qualunque tentativo di analizzare costruttivamente la situazione. E’ capitato che qualcuno non superasse questa fase e che lasciasse il gruppo. Lentamente, pazientemente, con la competenza di chi ci accompagna, siamo riusciti ad accendere qualche luce e costruire qualche appiglio, soprattutto per il bene dei nostri figli. Nel frattempo sono entrati altri, arricchendo e stratificando il gruppo. Potremmo assegnare un colore ad ogni anno di frequenza, il primo anno è rosso, per l’intensità delle emozioni. Il secondo anno è giallo, perché la parte emotiva comincia ad attenuarsi e la ragione riprende a far strada. Il terzo anno è verde, come la speranza di una vita nuova e di essere capaci di gestire dignitosamente questa situazione con i propri figli. Dopo qualche anno si intravede qualche riflesso di azzurro! Si percepisce più leggero il proprio bagaglio, si conquista un accettabile normalità. E’ la realtà che si è fatta strada, nell'equilibrio sempre ricercato tra la fatica di ricostruire un sé (separato), e il sentimento di bene per il figlio. C’è un percorso, che seppur faticoso, restituisce il senso del bello che è dentro la vita. La nostra esperienza ci fa conoscere le dinamiche che si instaurano e anche gli errori che sarebbe meglio evitare. Siamo diventati degli psicologi “praticoni”, citiamo le pillole di saggezza che abbiamo raccolto lungo la strada, grazie agli incontri svolti. Siamo lieti di condividere il “libretto delle istruzioni” che ognuno di noi ha approntato alla propria storia. Durante gli incontri ora c’è anche qualche spazio per qualche risata. I membri “rossi” ci guardano e strabuzzano un pò gli occhi, ma il risultato non è male. Non avrei mai detto che sarei arrivato a sorridere della mia separazione, ma lo sto facendo. Assieme a tutto il gruppo.

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