"Non ci pensate proprio!"

Abbiamo conosciuto quasi per caso la Rete delle Famiglie circa una decina di anni fa, anche se era già un po’ di tempo che io e Fabio stavamo riflettendo: sentivamo l’esigenza di aprire la nostra casa, nonostante avessimo due figlie naturali, ora grandi. Per noi famiglia aveva un significato più ampio, anche se in realtà non sapevamo bene quale. 

Con la Comunità Santa Cecilia è iniziata la nostra avventura di accoglienza di bimbi molto piccoli: arrivano un po’ all’improvviso e in una giornata tutta la famiglia deve riorganizzare lo spazio e le emozioni per accogliere il nuovo figlio/fratello/nipote nel miglior modo possibile, sempre supportati dagli educatori della comunità.

Siamo sempre stati accompagnati e supportati dalle famiglie o dai single del gruppo di Santa Cecilia che non ci ha mai fatto sentire soli in queste esperienze perché la gioia che hanno portato i “nostri” bimbi è stata infinita, ma anche i momenti difficili e le difficoltà non sono mancati. Inoltre, nel corso delle varie accoglienze ci hanno sempre ricordato che il progetto era quello di fare un pezzetto di strada assieme al piccolo/a per poi accompagnarlo verso la sua famiglia “per sempre”, e anche questa, pur nella grande fatica che comporta, è un’esperienza grande che ci ha fatto guardare oltre e che ci ha dato l’occasione di conoscere persone fantastiche che tutt’ora frequentiamo.

Un giorno arrivò L., il bimbo che oggi è con noi: telefonata da Santa Cecilia in piena estate mentre stavamo rientrando dalle vacanze, ci chiedevano la disponibilità ad accogliere un bimbo piccolo per il solito temporaneo periodo di supporto iniziale. Come sempre, abbiamo prima chiesto il parere alle nostre figlie naturali. Risposta: “Non ci pensate proprio!”.

Io e mio marito Fabio alla fine ci abbiamo pensato (poco) e con un po’ di incoscienza abbiamo comunque accettato, confidenti che la nostra convinzione avrebbe poi rassicurato anche le nostre figlie, titubanti perché da poco avevamo concluso un’altra accoglienza con tanta fatica ed emozioni ancora in circolo.

La situazione di L. si è rivelata piuttosto complicata, incontri con la famiglia d’origine, tribunale dei minori e così il tempo è passato e lui è ancora con noi ma in affido: inaspettatamente l’esperienza che avevamo pensato è completamente cambiata e noi con lui.

Alla richiesta del Tribunale di proseguire il percorso di crescita e di famiglia insieme a L., passando dall’accoglienza all’affido, abbiamo reso partecipi nella decisione le nostre figlie naturali, visto che ora sono grandi e sono coinvolte direttamente e ci supportano (e sopportano in questa movimentata famiglia).

Abbiamo loro spiegato bene tutte le responsabilità e le difficoltà che avrebbe comportato, anche in proiezione futura, doveva essere una scelta assolutamente libera, potevamo anche decidere di concludere l’esperienza. Questa volta ci hanno fatto sentire sicuri della decisione proprio loro, con la solita risposta semplice e rassicurante: “Non ci pensate proprio… lui rimane con noi!”.

Barbara, Fabio, Giorgia, Elena e L.

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