Territori di Comunità

Territori di Comunità è un progetto in collaborazione con il Comune di Forlì e la Fondazione Cassa dei Risparmi le cui azioni hanno come obiettivo quello di contrastare il sensibile rischio di isolamento dei giovani del territorio, favorire l'inclusione e recuperare le dinamiche relazionali positive fondamentali nella costruzione dell'identità.
In risposta al disagio conseguente l'emergenza sanitaria si punta a trovare nuove forme di risocializzazione per recuperare quella centralità dell’incontro che è andata persa nei due anni passati generando situazioni di isolamento, diffidenza, devianza e, soprattutto nel caso dei ragazzi disabili, regressione rispetto agli obiettivi di autonomia e di potenziamento precedentemente raggiunti.
Il progetto fa del metodo comunitario il fulcro delle azioni e i volontari sono coinvolti in modo attivo e propositivo.

La rete progettuale
La Cooperativa Sociale Paolo Babini e la Parrocchia dei Cappuccinini (in Unità Pastorale con San Paolo) sono i soggetti che operativamente guidano la rete territoriale e mettono in campo il proprio personale; l'Associazione Paolo Babini invece mette a disposizione i propri volontari per la realizzazione delle attività e in particolare per alcune azioni. Il Comune di Forlì, principalmente coinvolto per gli Assessorati Politiche Giovanili/Politiche Educative e Welfare e Politiche Sociali è invece l'interlocutore principale per il raccordo di tutte le azioni progettuali con quanto portato avanti dal soggetto proponente negli altri ambiti affini; il Comitato di Quartiere Musicisti e Grandi Italiani accompagna le azioni e favorisce la comunicazione sul territorio.

I luoghi dell’intervento
Il Quartiere Musicisti e Grandi Italiani è completamente interessato dal progetto. Le attività hanno sede presso il Villaggio Mafalda, presso il Parco di via Dragoni, presso la Parrocchia dei Cappuccinini e in maniera diffusa sul territorio per quello che riguarda le varie sedi interessate dall’Azione denominata Start up! Diverse azioni territoriali prevedono anche come sede gli spazi verdi de “I Portici”, una zona particolarmente necessitante di interventi animativi e socializzanti in contrasto alle situazioni di degrado che in questo contesto trovano sede.

Il case manager
La figura del case manager, nella sua versione di regista comunitario chiamato a tessere rete sul territorio, è l’elemento di principale innovazione del progetto.
Alle figure dei case manager territoriali è affidato il compito di sviluppare operativamente il lavoro di rete, ottimizzare le risorse in campo, coinvolgere il territorio e diventare punti di riferimento riconoscibili per le famiglie.
La base dell’intervento di queste operatrici sarà la sede del Centro di Aggregazione Giovanile “Officina52” all’interno del parco di via Dragoni, nel cuore del quartiere, spazio ormai frequentato non solo dai giovani ma diventato punto di riferimento per famiglie, anziani e cittadini in genere.

Emergenza umanitaria
A partire dall’esperienza di accoglienza portata avanti con la Casa della Pace aperta dalla Cooperativa in via Cerchia e dalla rete di realtà che in seguito all’emergenza in Ucraina operano per risolvere questi problemi, tutti i contesti educativi proposti nel  progetto si aprono per la prima volta in maniera significativa e consapevole all’interculturalità, per accogliere anche ragazzi stranieri (ucraini e non) e impostare setting multiculturali in grado da una parte di rispondere adeguatamente ai bisogni specifici portati dai profughi e dall’altro di consolidare la ricchezza di contesti plurali.

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